Intervista a Piergiorgio Borgogno
Quale ruolo rivestite per Farina?Per Farina importiamo i loro vini in Danimarca per un’azienda che si chiama Coop Danimarca.
Com’è il mercato danese?
Il mercato è partito con i primi volumi di Lambrusco e pochi altri vini italiani. Nell’ultimo periodo però ha avuto un’evoluzione di gusto, con vini più ricercati come Barolo, Barbaresco, Barbera. È un mercato che sta ancora cambiando. Inizia ora ad avere un approccio al vino spumante, ma rispetto al resto d’Europa è ancora focalizzato sui vini veneti. I danesi hanno un attaccamento quasi morboso verso questa regione vinicola.
Quali sono i gusti scandinavi?
Vini più strutturati, morbidi e piacevoli. Oserei dire più ruffiani. Calzano a pennello i vini della Valpolicella. Amarone, Ripasso e i rossi veneti sono il top, infatti la maggior parte del volume di vino italiano importato è veneto.
Però c’è da dire che è anche uno dei mercati più floridi…
Si calcola un consumo di circa 23.000.000 di bottiglie di vino italiano l'anno, su appena 5.000.000 di Danesi ( comprese anziani e bambini ). Il totale dei consumi è esorbitante. Adesso sono un po’ diminuiti a causa delle accise che hanno istituito i governi del Nord Europa.
Quali sono i best seller di Farina?
Il Ripasso. È stato un vino che anche prima di noi era già presente sul mercato. È anche richiesto dai negozianti, lo richiedono insistentemente.
Attraverso quali canali vendete? Lavoriamo con il gruppo coop Danimarca, una catena di supermercati di qualità, con un bel piazzamento sul mercato.
Qual è a Suo avviso il vino con più potenzialità di Farina?
Il nodo d’amore. Ha delle grandi potenzialità, soprattutto in Danimarca, ed è un passo avanti rispetto ai vini veneti. Ha un’eleganza difficile da trovare nei vini italiani. Ha uno stile francese ma il carattere italiano.
Con quale aggettivo descriverebbe Farina?
Accogliente e familiare. È un’azienda che dà priorità alle persone prima che al business e questa è una caratteristica fondamentale sul lungo termine.
Se dovesse dare un consiglio all’azienda, quale sarebbe?
Quello di continuare sulla sua strada senza farsi accecare dalle novità passeggere.