Intervista a Emanuela Epiri
Quando ha iniziato a collaborare con Farina?Ho iniziato nel
2006 quando mi sono messa in società con due colleghi danesi, che erano
già in contatto da tempo con Farina. Come consumatore li conoscevo già,
ma quando ho iniziare a lavorare con loro ho apprezzato ancora di più i
loro vini e il loro stile. L’azienda aveva già un nome con Ripasso e
Amarone nei territori del Nord Europa al tempo, ma io ho proposto loro
di lavorare con importatori diversificati non solo con il mondo della
GDO, con l’obiettivo di conquistare la Scandinavia e la Germania.
Quale ruolo riveste?Io
sono promotrice del contatto di Farina con importatori e realtà
commerciali locali, attraverso attività volte ad inserire i prodotti nel
mercato come degustazioni o eventi. Copro tutta la Scandinavia (Svezia,
Norvegia, Danimarca…) e una parte della Germania.
Quali sono le caratteristiche di quei mercati?Svezia
e Norvegia sono i mercati principali, perché lì i consumi di vino rosso
sono molto elevati. In questi Paesi abbiamo a che fare con i monopoli:
mentre la Svezia ha maglie larghe, la Norvegia è ancora molto chiusa.
Non si può interloquire con il consumatore finale, ci pensa lo Stato.
Il
mio ruolo è di mediare tra l’importatore, che è un agente per conto del
Monopolio, e l’azienda e di tenere accesi i contatti.
In Svezia le
maglie sono più larghe sul fronte della ristorazione, mentre in Norvegia
invece bisogna avere dei punti di riferimento molto solidi e sicuri,
altrimenti non c’è spazio per entrare nel mercato.
Cosa pensa dei vini di Farina?Da 4-5 anni a questa parte l’azienda fa dei prodotti eccellenti, grazie al lavoro del bravo enologo.
I prodotti rispecchiano la tendenza dei mercati, escluse le riserve, sono diventati un po’ fusion.
Con la linea Godò, dedicata ai giovani, hanno ampliato l’offerta, e la ristorazione in Germania ne ha già preso possesso.
Quali sono i canali più interessanti?Il
canale dei grossisti in assoluto, lì girano dei bei numeri. La
ristorazione fa quel che può perché ha dei tempi diversi come consumo.
Ci racconti qualcosa di sé…Sono
toscana di nascita, bolognese di adozione. Il mio palato è nato con
l’olio, l’olio della mia terra, la Toscana. Mio padre barattava l’olio
delle colline del basso Mugello con il vino. Perciò questi due prodotti
sono sempre andati a braccetto per me.
Sono un ingegnere mancato. Volevo fare ingegneria navale, così sono andata in Svezia a studiare.
Poi mi sono trasferita in Danimarca e da lì è nata la mia attività attuale.
Oggi vivo a Bologna dove ho l’ufficio, però ho anche una società in Germania e un punto di riferimento commerciale in Danimarca.