Intervista a Oriella Peretti
Quando avete iniziato a conferire le uve a Farina?È un rapporto di collaborazione che va avanti da tanto tempo, circa 50 anni. Quando è venuto a mancare mio papà Bernardo che non si occupava solo di campagna ma, affiancava l'allevamento della vite ad un’attività di ristorazione, ho ereditato la campagna che si trova a Proale, sopra Negrar, di cui oggi si
occupano mio marito e mio figlio. Là dove posso rendermi utile, nei compiti più semplici, come raccogliere l'uva, aiuto mio marito e mio figlio molto volentieri, anche se la mia attività principale è la ristorazione: ho un ristorante-pizzeria “La Lasagna". Mi fido dei miei due uomini, so che con loro la gestione della campagna è in buone mani.
Che immagine Le compare davanti quando pensa alla vigna?Mi vengono in mente i raggi del sole che colpiscono i grappoli maturi, risaltandone il colore intenso che solo un acino d'uva giunto a maturazione può avere. In quest'immagine sono racchiusi tanto lavoro, sacrificio e una grande soddisfazione nel vedere le tue energie investite nel modo giusto.
Cosa rappresenta per lei la vigna?È un ricongiungimento alle origini, alle radici della mia famiglia.
Che aggettivo darebbe all'azienda di Farina?È un'azienda formata da persone serie, dei veri e propri professionisti. Non ho ricordi di aver mai, né io personalmente, né mio papà a suo tempo, avuto diverbi o episodi spiacevoli. Nonostante oggi sia un'azienda all'avanguardia, sempre pronta a rinnovarsi e a crescere, non ha mai perso di vista la semplicità con cui e da cui è nata e la disponibilità, che Remo, uno dei fratelli fondatori, ha reso il segno distintivo dell'azienda.