Intervista a Maria Angela Giacopuzzi
Come hai imparato a fare questo lavoro?Io ho ereditato da mio padre i terreni; lui era un contadino e aveva a sua volta ereditato un vigneto storico dai genitori. Oggi mi occupo della vigna insieme a mio marito, Cesare Mignolli,
che è colui che si è sobbarcato il lavoro più pesante nei campi, per noi non è l’attività principale perché siamo entrambi infermieri e lavoriamo in ospedale.
Mio marito dice sempre che dobbiamo continuare a tenere la vigna in ordine e non avvelenarla con sostanze diserbanti. Mio padre diceva sempre: “le vigne da scaorlar, le è come la donna da sgrendenar”, che tradotto a grandi linee significa che le vigne vanno trattate con la stessa delicatezza con cui si può spettinare una donna.
Cosa rappresenta per te la vigna?Per me questo vigneto è una cosa cara, lo conservo gelosamente perché ha rappresentato per mio padre una passione ed un legame con il passato, ed oggi lo è per me.
Qual’è la cosa che ricordi di aver imparato da tuo padre?La cosa che ricordo di più di aver imparato da mio papà è mettere l’uva nei plot. Lui mi ha insegnato di averne cura, di sceglierla con attenzione e riporla con amore.
Come è nata la collaborazione con Farina?Il nostro rapporto di collaborazione è iniziato almeno 15 anni fa, nel 2000.
Ci siamo sempre trovati molto bene da subito e siamo tutt’ora molto contenti.
Inizialmente mio suocero mi suggeriva di cambiare cantina ogni anno, ma io volevo un referente serio e stabile, così ho scelto Farina.