Intervista a Giovanni Righetti
Quando avete iniziato a conferire le uve a Farina?La mia famiglia conferisce le uve a Farina da sempre. Ci lega alla famiglia Farina un legame di vicinato e di amicizia fin dai tempi di mio padre, quando ha iniziato a dare le uve a loro almeno 60 anni fa.
Come ha imparato a coltivare la vite?Devo tutto quello che so a mio padre, che a sua volta ha ereditato il vigneto dai suoi genitori. Io ho imparato ad andare in vigna da bambino, quando mio padre mi svegliava nel cuore della notte, alle 3 o 4 del mattino, e mi portava in campagna con lui. Quelle erano le ore più fresche della giornata per lavorare. Tutt’oggi io mi sveglio così presto e lavoro in vigneto fino alle 8 del mattino. Poi ritorno a casa e nel vigneto ci ritorno nel tardo pomeriggio.
Mi racconta un aneddoto legato alla vigna?Quando ero bambino, mio nonno si occupava della vigna e poco prima della vendemmia andava a Jesolo e reclutava almeno una ventina di operaie che venissero a vendemmiare. Lui dava loro, oltre ad una buona ricompensa economica, anche vitto e alloggio. Inoltre perché non mangiassero l’uva mentre vendemmiavano, mio nonno le spronava a cantare. Io mi ricordo così la vendemmia così una festa, con queste signore che cantavano nella vigna. Alla fine della giornata si mangiava e si cantava in compagnia.
Quale insegnamento le ha lasciato suo padre?A rispettare la pianta. Se la si rispetta, dona sempre buoni frutti. Io oggi ho scelto di coltivare le piante senza l’utilizzo di sostanze chimiche, perché penso che alla lunga la vigna sia riconoscente di questo gesto di grande rispetto.