Intervista alla famiglia Lavagnoli
Quando è cominciata la vostra attività ? Carlo: Dopo tanti anni di esperienza, il 1999 è stato l’anno in cui abbiamo deciso di osare. Devo essere onesto, è stata mia moglie a darmi la forza e il coraggio per osare, lei al mio fianco ha portato avanti l’azienda insieme a me e ha creduto per prima in questo progetto.
Io arrivo già dalla campagna, mentre mia moglie Miriam, che faceva un altro lavoro, ha accolto e creduto nel mio progetto con grande determinazione.
Miriam, cosa ha significato per te iniziare a lavorare in campagna? Prima di conoscere mio marito, io lavoravo in fabbrica. Quando l’ho conosciuto le mie amiche mi prendevano in giro perché “me moroso el gavea i campi”. Era un lavoro malvisto per l’epoca, e per una donna ancora di più. Ma io ho deciso di affiancarlo in questa attività. All’inizio ho vissuto questa scelta con un po' di vergogna, ma una volta arrivata al bivio, non ho avuto dubbi… e l’istinto mi ha dato ragione.
In che modo siete arrivati al modo di produrre e raccogliere che oggi vi contraddistingue? Siamo stati tra i primi in zona a scegliere di fare una raccolta dei grappoli di qualità, dividendo il migliore raccolto in plotò in modo ottimale. All’inizio è stata difficile perché i vicini ci guardavano con sospetto.
Ci raccontate un aneddoto significativo della vostra storia?
Miriam: Tempo fa, mio suocero è venuto un giorno nel vigneto. Quando ha visto come volevamo potare le piante, si è talmente arrabbiato che non si è più presentato per molti giorni. Noi non abbiamo ceduto. Abbiamo dovuto combattere per far capire i nostri metodi di lavoro, ma alla fine… una mattina, mio suocero è arrivato nel vigneto e mi ha detto: “cosa c’è da fare oggi?”. Si era rassegnato ed era pronto a lavorare secondo i nostri criteri!