Intervista a Mario Fedrigo
Incontriamo Mario in azienda, di ritorno dalle consegne quotidiane. Mario è alto e molto sportivo, il tipico fisico di chi è abituato a scaricare e caricare casse di vino. Da uno come lui ci si aspetterebbe tanto machismo, e invece ciò che ci colpisce di lui è il cuore grande e la commozione nei suoi occhi quando ricorda gli inizi in azienda, gli anni in cui gli insegnamenti ricevuti da Remo hanno forgiato la sua etica professionale, in lui molto forte.
Quando ha iniziato a lavorare per Farina?
Lavoro
per Farina dal 1990. Nell'azienda dove lavoravo prima avevano iniziato a
vendere e a licenziare il personale. Tramite dei contatti comuni, sono
stato chiamato da Remo Farina per fare una prova come autista e addetto
alle consegne. La mia prova è andata a buon fine e da allora sono un
membro dell'azienda.
Cosa ha cambiato la nuova generazione?
La
nuova generazione è improntata verso l'innovazione. Nonostante ciò, il
modo di lavorare non è cambiato, ma il salto di qualità è stato
impressionante, Claudio ed Elena sono da ammirare per l'ottimo lavoro
svolto.
Aggettivo per definire Farina?
Familiare, lo era prima e lo è tuttora. Questa caratteristica non è
cambiata.
Come è la sua giornata tipo?
Arrivo
alle 8 in azienda dove trovo il camion già pronto dalla sera prima.
Insieme a Sandro, il padre di Claudio, andiamo a fare le consegne.
Ognuno di noi ha il proprio compito: Sandro parla con il gestore del
locale e prende le chiavi della cantina, intanto io inizio a scaricare
la merce. Noi non facciamo come i corrieri che lasciano il carico e se
ne vanno. No, noi sistemiamo tutto per bene. Quando abbiamo finito il
giro della mattina torniamo in azienda per scaricare i fusti vuoti e
ricarichiamo per il giro del pomeriggio. È una giornata abbastanza
regolare.
Vino con più potenziale sul mercato?
Sarò
di parte, visto che il nome di questo vino viene dai vigneti della mia
famiglia che conferisce le uve a Farina, ma penso sia l'Amarone
Montefante.
Che altro lavoro avrebbe fatto se non questo?
Il
postino. Mi piace stare all'aria aperta e in movimento. Non mi
dispiacerebbe nemmeno lavorare in campagna, a contatto con la natura.
Stare dentro chiuso in cantina non farebbe per me.
Che consiglio darebbe a Elena e Claudio?
Gli direi di ricordare come era Remo e continuare ad essere precisi, ordinati e metodici nel lavoro.
Quale è un ricordo che ha della famiglia Farina?
Il
loro calore. Sono sempre stato trattato come se facessi parte della
famiglia. Sono persone di cuore, soprattutto lo era Remo: era un uomo di
parola e sapeva spiegarti come fare il mestiere. Mi ha trasmesso il suo
modo di lavorare e come trattare i clienti. Io lo chiamavo il
“Perfettino” perché era una persona sempre elegante, precisa e distinta
sia negli atteggiamenti sia nel modo di vestirsi. Era una persona a me
molto cara.
Di lui conservo un insegnamento: “Fai quello che ritieni giusto e non
considerare quello che ti dicono gli altri”.
Punto di forza di Farina?
La semplicità nei modi di fare e nel modo di porsi con gli altri.
Vino preferito?
Corte Conti Cavalli.