Intervista ad Andrea Zerman
Come ha iniziato a collaborare con Farina?Ho iniziato a lavorare per Farina nel dicembre 2010. Avevo già lavorato in precedenza come enotecnico per un’azienda vincola del Lago di Garda. Ma non sono approdato subito nel mondo del vino. Io sono un tecnico di laboratorio e dopo la scuola ho lavorato alcuni anni per aziende che producevano detersivo e avevo a che fare con prodotti chimici. Poi ho scoperto la passione per il vino, il laboratorio mi andava stretto e così mi sono iscritto a Conegliano al corso per enotecnici.
Perché ha scelto questo mondo?Mi è sempre piaciuta la chimica fin da bambino, perché sono curioso. Ho una fervida immaginazione: mi immagino tutt’oggi i processi chimici e gli spiego ai collaboratori. Mi immagino quando si uniscono le molecole, la scena dei lieviti che sono nel vino che si mangiano lo zucchero e metabolizzano l’alcohol. Mi diverto molto a fare questo lavoro.
Che ruolo ha all’interno dell’azienda?Io seguo il processo di produzione del vino da quando viene tagliato il grappolo alla bottiglia.
Il mio strumento di lavoro è il bicchiere. Seguo l’analisi del vino, le filtrazioni, il passaggio in legno…
Cosa ti piace di più di questo lavoro?Che dal nostro lavoro esca un prodotto piacevole. Se esce un buon vino, vedo le recensioni delle persone dall’altra parte del mondo e sono felice.
Primo ricordo che ha di quando è arrivata a lavorare da Farina?Mi ricordo un Claudio molto indaffarato. Quando sono arrivato 7 anni fa, Claudio mi aveva assunto perché non riusciva a gestire tutta l’attività di produzione da solo, inoltre aveva in mente un piano di trasformazione aziendale con investimenti importanti a livello enologico. Mi sono sentito molto utile e di supporto.
Che aggettivo si darebbe come persona?Positivo ed energico.
Come definirebbe l’azienda? Storica, ma anche innovativa.
Il punto di forza di Farina?
Per me è un’azienda forte a livello commerciale, soprattutto all’estero, perché è in grado di adattarsi alle richieste del mercato.
Quale consiglio si sente di dare loro?Mantenne sempre un’identità chiara, come ora. La riconoscibilità è importante. Quando ci fanno i complimenti perché dicono di più vini che si sente che sono stati fatti dalla stessa mano, per me è un traguardo.